Carta dei servizi

Valutazione psicodiagnostica:

La valutazione psicodiagnostica nell’ambito della psicopatologia in età evolutiva assume un ruolo fondamentale in quanto permette di raccogliere informazioni, guidare il ragionamento clinico, formulare ipotesi diagnostiche, svolgere un’accurata diagnosi differenziale e stabilire il funzionamento globale del paziente con l’obiettivo di formulare una progettazione di interventi terapeutici efficaci.

Alla richiesta di accesso del paziente, della famiglia o invio da professionista inviante segue un primo colloquio per l’acquisizione dell’anamnesi e la firma del consenso informato valido per il proseguo del percorso. Segue la valutazione psicodiagnostica che si avvale dell’uso del colloquio clinico, di valutazioni osservative e della somministrazione di interviste strutturate, questionari e test psicologici sia al minore che ai genitori.

Il tipo di tecniche e strumenti usati variano in base allo scopo della valutazione, all’età e al tipo di eventuali difficoltà dei soggetti valutati. L’accertamento si conclude con un colloquio di restituzione in cui si espongono i risultati dell’accertamento e si consegna una relazione finale utile a favorire la presa in carico.

L’accertamento diagnostico è eseguito in accordo con i criteri dell’ultima versione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (AMERICAN PSYCHIATRIC ASSOCIATION, et al. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, DSM-5®. American Psychiatric Publication, 2013) e ICD-10 (WHO, 1990).

L’iter diagnostico è il seguente:

  • FASE 1 – Primo Colloquio genitoriale: anamnesi, analisi domanda, consegna test autosomministrabili ai genitori, firma consenso;
  • FASE 2 – Valutazione diagnostica del minore: colloquio per la definizione del problema secondo il bambino o l’adolescente, accertamento cognitivo e comportamentale, anamnesi scolastica. Segue una differenziazione di iter in base all’obiettivo della valutazione:

Emotivo comportamentale: 2/3 incontri;

Cognitiva e degli Apprendimenti: 4 incontri;

Disturbi del Neurosviluppo: 5 incontri;

  • FASE 3 – Colloquio di restituzione:

– con i genitori: colloquio di descrizione dei risultati emersi, consegna della relazione, invio ad un terapeuta per il trattamento.

– con adolescente (dai 16 ai 18 anni): colloquio di descrizione dei risultati emersi prima con l’adolescente, successivamente consegna della relazione ai genitori, invio ad un terapeuta per il trattamento.

– con insegnanti e scuola: può essere previsto un colloquio di restituzione per i casi di DSA con l’autorizzazione dei genitori.

Psicoterapia individuale

COOL KIDS PROGRAM – TERAPIA DEI DISTURBI D’ANSIA IN BAMBINI E ADOLESCENTI

Il programma Cool Kids è uno dei principali protocolli di trattamento dei disturbi d’ansia nell’età evolutiva (7-16 anni) secondo l’approccio cognitivo-comportamentale. È basato su ricerche effettuate alla Macquarie University, al Royal North Shore Hospital e alla Queensland University nell’arco di un decennio. L’attuale versione del programma, così come le versioni precedenti, è stata intensamente valutata in trial controllati. I risultati dimostrano che più del 80% dei bambini che hanno completato il programma Cool Kids sono diagnosi-free o sono migliorati sensibilmente. Il programma Cool Kids si avvale dell’utilizzo di un Manuale del Terapeuta, di un Manuale del Bambino e di un Manuale del Genitore.

Il programma è formato da 12 incontri con il minore e 3 con il genitore. Ogni incontro copre un aspetto specifico del trattamento, in modo graduale e razionale. Il programma può essere realizzato in gruppo (4-5 bambini o adolescenti e i loro genitori) oppure individualmente. Si accede al trattamento dopo una valutazione psicodiagnostica che accerti la presenza di un disturbo d’ansia e previo colloquio psicologico della terapeuta referente con i genitori del bambino o adolescente. Le sedute individuali hanno durata di 60 minuti e di 90 minuti le sessioni di gruppo.

Ogni sessione dedicata ad un aspetto della psicoterapia dell’ansia, secondo lo schema seguente:

  • Sessione 1: spiegazione della natura dell’ansia e del collegamento fra pensieri ed emozioni, definizione degli obiettivi specifici e stipula del «contratto» simbolico con la famiglia;
  • Sessione 2: si introduce il «pensiero da investigatore» (essere come un detective che cerca le prove dei pensieri negativi), per poi procedere con il processo della ristrutturazione cognitiva presentato in forma di metafora;
  • Sessione 3: spiegazione ai minori dell’importanza del rinforzo positivo (trovare autogratificazioni per l’impegno nell’affrontare l’ansia invece di rivolgersi all’esterno), e ai genitori di strategie educative utili per gestire l’ansia del proprio figlio;
  • Sessione 4: esposizione graduale alle situazioni temute per affrontare le proprie paure e avere l’adeguato sostegno da parte dei genitori;
  • Sessioni 5 e 6: consolidamento del lavoro con l’esposizione e discussione sulle relative difficoltà;
  • Sessione 7: sviluppo delle abilità sociali e dei comportamenti assertivi;
  • Sessioni 8, 9 e 10: mantenimento dei progressi e consolidamento di quanto appreso.

BIBLIOGRAFIA

  • Lyneham H., Abbott M., Wignale A., Rapee R. (2014). Il programma Cool Kids. Istituto di Scienze Cognitive.
  • Rapee, R. M. (2000). Group treatment of children with anxiety disorders: Outcome and predictors of treatment response. Australian Journal of Psychology, 52, 125-129.
  • Rapee, R. M. (2003). The influence of comorbidity on treatment outcome for children and adolescents with anxiety disorders. Behaviour Research and Therapy, 41, 105-112.

Approcci di psicoterapia

La psicoterapia è ormai riconosciuta dalla comunità scientifica come uno strumento efficace e fondamentale per il benessere dell’individuo.

La psicoterapia è un percorso personale condiviso con un professionista, il cui scopo è quello di modificare parte dei propri modi di pensare e agire al fine di migliorare il proprio benessere psicofisico. La decisione di intraprendere un percorso di psicoterapia può essere determinata dall’insorgenza di specifici sintomi, quali ansia, tristezza, difficoltà a relazionarsi con gli altri. In altri casi, può emergere la sensazione di non essere pienamente soddisfatti della qualità della propria vita o della capacità di gestire eventi o situazioni negative. Altre volte ancora, le persone che ci circondano possono suggerirci di chiedere la consulenza di un professionista, per far fronte ad alcune difficoltà che possono sembrare insuperabili. Esistono linee guida che suggeriscono al terapeuta quali siano gli interventi (o protocolli) migliori, che variano a seconda della specifica problematica riportata. Il cambiamento che prevede una riduzione dei sintomi viene solitamente accettato dal paziente, che riconosce il problema e ne avverte il disagio correlato. In alcuni casi, tuttavia, possono emergere nella prima fase della terapia alcuni aspetti di personalità che costituiscono punti di forza o di debolezza da tenere in considerazione per il superamento dei sintomi. gli obiettivi che si intende perseguire nel percorso psicoterapico vengono sempre condivisi e concordati. Le modalità per raggiungere questi obiettivi sono illustrate di volta in volta e discusse, tra paziente e terapeuta, tenendo conto dei sintomi rilevati e dei tratti di personalità. Il processo di cambiamento è quindi lento, graduale e non mira a stravolgere le qualità intrinseche delle persone, bensì le rende flessibili e atte al raggiungimento dei propri scopi.

-Psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT)

La psicoterapia cognitivo-comportamentale, da diversi anni, è considerata il trattamento d’elezione per molti disturbi mentali tra i quali i disturbi d’ansia, il disturbo ossessivo-compulsivo, la depressione….Tale terapia si basa su protocolli ossia procedure dettagliate e formalizzate di psicoterapia per disturbi specifici e agisce sui pensieri negativi i quali precedono di un attimoe attivano intense reazioni emotive. Secondo la teoria della terapia cognitivo-comportamentale, il disagio psicologico dipende da ciò che pensiamo e come interpretiamo le situazioni quotidiane. I pensieri negativi chiamati “pensieri automatici” scattano improvvisamente nella nostra mente ma poi vi rimangono come fossero “verità assolute” perché non vengono messi in discussione. In tal modo, i contenuti dei pensieri sono considerati reali, uniche interpretazioni dell’evento che stiamo vivendo. Dunque, se proviamo ansia, pensiamo e crediamo che accadrà qualcosa di pericoloso o catastrofico.La psicoterapia cognitivo-comportamentale aiuta la persona ad apprendere tecniche e strategie utili ad interromperei circoli viziosi di mantenimento del disagio. La psicoterapia cognitivo-comportamentale è:

● scientificamente fondata: studi controllati hanno dimostrato che i metodi cognitivo-comportamentali rappresentano una terapia valida per numerose problematiche di tipo clinico;

● attiva e collaborativa: terapeuta e paziente collaborano nell’identificazione di obiettivi e strategie utili alla risoluzione del disagio psicologico;

● centrata sul “qui ed ora”: pur collegando le esperienze infantili con l’origine dei sintomi, il terapeuta aiuta il paziente a gestire la sofferenza attuale mediante la modifica dei pensieri disfunzionali e relative reazioni emotive e comportamentali;

● utile nella prevenzione delle ricadute.

Altri interventi individuali

I training di potenziamento cognitivo sono degli interventi strutturati ed orientati all’allenamento delle funzioni cognitive di base come la memoria, l’attenzione, il linguaggio, le funzioni esecutive e prassiche. In generale questi possono essere considerati come una sorta di “allenamento per la mente”. L’assunto di base è che la nostra cognizione è sempre modificabile indipendentemente dall’età e dalle difficoltà. Ogni persona attingendo alle sue risorse e a particolari percorsi può modificare l’efficacia e la funzionalità delle proprie abilità mentali. Il potenziamento cognitivo è finalizzato a rafforzare, quindi a potenziare, sia le funzioni cognitive come la memoria, l’attenzione, le funzioni esecutive, il ragionamento; sia gli aspetti strettamente legati alle abilità scolastiche come la lettura, la scrittura ed il calcolo. Questi interventi si basano sul presupposto scientifico della neuroplasticità cerebrale ovvero la capacità del cervello di modificarsi funzionalmente e strutturalmente in risposta all’esperienza che il soggetto fa nell’ambiente e nella relazione. Oggi sappiamo che gli stimoli ambientali sono determinanti nel continuare a modellare il cervello, che conserva la capacità di modificarsi. Pertanto, a qualsiasi età, l’esercizio e gli stimoli cognitivi, come una vera e propria ginnastica, possono “rimodellare” il cervello creando nuovi circuiti grazie alla possibilità di stabilire rinnovate connessioni tra di essi promuovendo la sinaptogenesi.
Tali approcci possono proporre anche interventi di tipo strategico e metacognitivo in cui vengono condivise informazioni psicoeducative sul funzionamento della mente e linee procedurali di supporto ai compiti complessi (come ad esempio le mnemotecniche o metodo di studio).
In particolare il periodo dell’età evolutiva è una finestra temporale dove questo tipo di interventi ha il maggior successo grazie all’elevata plasticità neurale dei bambini. Tuttavia in tutto l’arco di vita, anche nell’invecchiamento, il sistema nervoso è in grado di perdere ed acquisire funzionalità in base all’esperienza ed all’esercizio. Grazie alla pratica il sistema nervoso anche in presenza di mutamenti strutturali e funzionali come quelle età legati è in grado di riorganizzarsi in risposta a stimoli senso-motori e cognitivi grazie alla sua intrinseca plasticità.
In presenza di particolari situazioni cliniche è possibile promuovere interventi neuropsicologici orientati alla riabilitazione di funzioni cognitive / comportamentali compromesse a seguito di una lesione cerebrale dovuta a cause variabili. Tali percorsi individuali hanno frequenze variabili e sono portati avanti in rete con gli altri operatori sanitari coinvolti (es: logopedista, neurologo, fisioterapista). Questi interventi sono finalizzati al miglioramento della qualità della vita del paziente ed al reinserimento dell’individuo nel proprio ambiente familiare, sociale e dove possibile lavorativo (Mazzucchi, 1999).

Mazzucchi A. La riabilitazione neuropsicologica. Premesse Teoriche e Applicazioni Cliniche. 3rd Edition; Masson Elsevier.

Terapie di gruppo

La psicoterapia di gruppo del disturbo depressivo consente di ridurre la sintomatologia depressiva e migliorare il funzionamento cognitivo ed emotivo della persona.

Cos’è la depressione?

La persona presenta per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno, per un periodo di almeno due settimane un tono dell’umore depresso, perdita di interesse o di piacere per quasi tutte le attività. A ciò compaiono altri sintomi come difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno, perdita o aumento di peso e appetito, sensazioni di inutilità, di fallimento e colpa eccessiva, agitazione psicomotoria, irrequietezza o rallentamento, perdita di energie, stanchezza e spossatezza, pensieri di morte e di suicidio. I sintomi non sono necessariamente tutti, ma almeno uno dei primi 2 e almeno 5 complessivamente. Essi causano un disagio clinicamente significativo per la persona che ne soffre.

Perché il gruppo?

Il setting gruppale permetterà ai partecipanti di porsi in una posizione attiva di confronto e di sentirsi accolti in un clima empatico. Il gruppo aiuta la persona a riconoscere che non è l’unica ad avere un problema, ad avere un obiettivo comune e ad alleviare la sofferenza attraverso la condivisione di stati dolorosi.

La terapia di gruppo per la depressione ha come obiettivi:

  • La familiarizzazione del modello metacognitivo della depressione
  • Lo spostamento dell’attenzione e presa di distanza dai propri eventi cognitivi
  • L’indagine delle meta credenze positive e negative che sostengono la ruminazione e successiva modificazione di esse
  • La rimozione di comportamenti disadattavi
  • Lo sviluppo di nuovi piani di elaborazione.

Come si svolge:

Il trattamento viene svolto in parallelo alla terapia individuale e quando necessario viene fornita consulenza psichiatrica per il supporto farmacologico.

Il percorso di gruppo prevede 10 incontri a cadenza settimanale della durata di circa un’ora e mezza. I gruppi saranno condotti da un terapeuta e un co – terapeuta, entrambi psicoterapeuti con una formazione ad orientamento cognitivo – comportamentale.

Il numero dei partecipanti può variare da un minimo di quattro persone ad un massimo di dieci persone

BIBLIOGRAFIA:

  • Norman, N., vanEmmerik, A.A. & Morina, N. (2014). The efficacy of metacognitive therapy for anxiety and depression: a meta-analytic review. Depression & Anxiety, 31(5), 402-411. 
  • Wells, A.(2000). Emotional Disorders and Metacognition: Innovative Cognitive Therapy. Chichester, UK:Wiley. Trad it. Disturbi Emozionali e Metacognizione. Nuove strategie di psicoterapia cognitiva. Trento: Edizioni Erikson, 2002.
  • Wells, A.(2008). Metacognitive Therapy for Anxiety and Depression. New York:Guilford. Trad it. Terapia Metacognitiva dei Disturbi d’Ansia e della Depressione. Firenze: Eclipsi.

 

consulenze tecniche di parte (CTP)

La Consulenza Tecnica di Parte (CTP) si esplica nell’ambito di procedimenti giuridici sia civili che penali. Il Consulente Tecnico di Parte è un libero professionista, iscritto all’Albo di appartenenza della categoria in cui opera, e svolge la propria funzione di consulenza a favore di una delle parti in causa.

Lo Psicologo CTP svolge diverse ed importanti funzioni.

– Funzione di controllo
Controlla l’operato del Perito/CTU al fine di garantire la massima trasparenza e correttezza sul piano metodologico.
– Funzione di collaborazione
Collabora con il Perito/CTU per giungere alla migliore definizione del caso, al fine di fornire al Giudice ogni elemento utile alla formulazione del giudizio.
Redige una relazione di controdeduzione alla relazione del CTU che potrà consentire al Giudice di avere una visione del caso da diverse prospettive.

– Funzione di supporto
Assume nei confronti del suo cliente un ruolo di supporto emotivo e conoscitivo.
Il procedimento peritale può, infatti, comportare un carico di stress e ansia notevole, che può esporre la persona a cedimenti depressivi e/o a comportamenti/esternazioni anche a proprio svantaggio.
Ruolo dello psicologo CTP è sostenere il cliente durante tutta la durata del procedimento,
informarlo sull’andamento della perizia,assisterlo affinché trovi il modo migliore per fornire al Perito/CTU gli elementi necessari a meglio comprendere la vicenda.

Non vi sono requisiti specifici per operare in qualità di Ctp, a cui la parte in causa decide di affidarsi sulla base di un rapporto fiduciario.

È tuttavia necessario ricordare quanto previsto dal Codice deontologico all’articolo 5: Lo psicologo è tenuto a mantenere un livello adeguato di preparazione e aggiornamento professionale, con particolare riguardo ai settori nei quali opera. La violazione dell’obbligo di formazione continua, determina un illecito disciplinare che è sanzionato sulla base di quanto stabilito dall’ordinamento professionale. Riconosce i limiti della propria competenza e usa, pertanto solo strumenti teorico-pratici per i quali ha acquisito adeguata competenza e, ove necessario, formale autorizzazione. Lo psicologo impiega metodologie delle quali è in grado di indicare le fonti e riferimenti scientifici, e non suscita, nelle attese del cliente e/o utente, aspettative infondate.

Ciò in conformità al principio del diritto civile secondo cui il professionista deve prestare la sua opera “secondo scienza e coscienza”, garantendo al cliente una prestazione al massimo livello di competenza.

Psicologia Giuridica

L’equipe di Psicologia Giuridica e Forense offre prestazioni nell’ambito della consulenza, della valutazione psicologica e neuropsicologica, nonché attività di valutazione, intervento e formazione all’interno di un contesto interdisciplinare quale è quello del sistema giudiziario, a confine tra psicologia e diritto. La Psicologia Giuridica e Forense trova applicazione all’interno di un contesto culturale e professionale dove gli strumenti valutativi, diagnostici e di intervento rispondono a specifiche applicazioni del lavoro clinico, terapeutico, sociale e formativo al contesto giuridico.

Il Servizio svolge valutazioni e diagnosi psicologiche e neuropsicologiche mediante colloqui e interviste cliniche, questionari standardizzati, test, nonché consulenze in ambito civile, penale e minorile. Ancora, consulenze e valutazioni per vittime di reato, attività di supporto per l’ascolto di vittime di maltrattamento e abuso (adulti e minori). Inoltre, attività di formazione sui temi della prevenzione della violenza in tutte le sue nomenclature.

Le principali attività offerte sono descritte di seguito:

  • Consulenze Tecniche d’Ufficio e Consulenze Tecniche di Parte in ambito civile, nei casi di separazioni e/o divorzi conflittuali, affidamento dei figli, adozioni, ecc.;
  • Consulenze Tecniche d’Ufficio e Consulenze Tecniche di Parte in ambito civile, nel caso di problemi della tutela dell’integrità psicologica individuale (danno biologico di natura psichica e danno esistenziale);
  • Consulenze presso il Tribunale Ordinario e il Tribunale per i Minorenni;
  • Consulenze per la capacità a rendere testimonianza in caso di abuso sui minori;
  • Valutazioni e consulenze neuropsicologiche;
  • Valutazioni capacità genitoriali
  • Consulenza psicodiagnostica e valutazione con test in ambito civile e penale, nonché minorile;
  • Accertamenti ed interventi rivolti al minore autore di reato;
  • Consulenza in tema di responsabilità civile sul luogo di lavoro: il mobbing;
  • Consulenze in tema di violenza sessuale e reato di stalking;
  • L’uso e l’abuso di sostanze stupefacenti: valutazione delle implicazioni giuridico-forensi;
  • Formazione specifica del personale delle Forze di Polizia;
  • La vittimologia e la valutazione dei bisogni delle vittime nei processi penali e civili;
  • Progetti di prevenzione scolastica nell’ambito del disagio e della devianza giovanile e del bullismo.

Gli strumenti diagnostici maggiormente impiegati:

Oltre al colloquio clinico, una particolare rilevanza nelle valutazioni peritali rivestono i test psicodiagnostici, quali ad esempio:

  • WAIS-IV (valutazione quoziente intellettivo e funzioni cognitive),
  • Test di Rorschach secondo il Sistema Comprensivo di Exner (valutazione della personalità: assetto emotivo, funzionamento relazionale e sociale, percezione di Sè, assetto cognitivo, presenza di stressors e capacità di controllo e gestione dello stress),
  • MMPI-2 (valutazione  della sintomatologia presente),
  • SCID5 (valutazione sindromi cliniche e disturbi di personalità DSM 5),
  • scale per la valutazione di sintomatologie specifiche, inclusi sintomi post-traumatici e/o dissociativi (SCL-90, IES-R, DES, DERS, STAI, ecc.).

consulenze tecniche d’ufficio (CTU)

Le Consulenze Tecniche d’Ufficio (CTU) vengono svolte nell’ambito di procedimenti giuridici sia civili che penali. Il Consulente Tecnico d’Ufficio e si riferisce a quella figura di perito che lavora al fianco del Giudice (art.61 del Codice di Procedura Civile) e presta la sua opera di consulenza sulla base di precise competenze stabilite dal Codice di Procedura Civile. Il Consulente Tecnico d’Ufficio collabora con il Giudice in un rapporto di fiducia e cooperazione.

Il Giudice, infatti, dopo aver elaborato dei quesiti utili a chiarire le posizioni delle parti, li sottopone al CTU che ha il compito di rispondere a tali quesiti in maniera precisa e dettagliata attraverso un elaborato definito, appunto, Consulenza Tecnica d’Ufficio.

Le CTU sono molto utili al Giudice in quanto spesso i temi sui quali egli è chiamato a decidere sono complessi ma soprattutto attinenti ad aree specifiche, e senza il parere di un esperto del settore la decisione del Giudice non sarebbe sufficientemente equa e precisa.

Il compito dello Psicologo in veste di CTU è nello specifico quello di acquisire informazioni sulle caratteristiche di personalità, sulle risorse personali, familiari, sociali e ambientali del soggetto o dei soggetti in causa nel processo.

A lui viene anche chiesto di elaborare una possibile progettualità per i soggetti coinvolti nella CTU.

La CTU in ambito psicologico si svolge attraverso colloqui, somministrazione di test psicologici, visite domiciliari e momenti di osservazione strutturata delle relazioni tra, per esempio, membri di una stessa famiglia o di una coppia.

Nel momento in cui il CTU accetta l’incarico, è chiamato a prestare giuramento in sede di udienza tramite la pronuncia di una precisa formula di giuramento che lo obbliga ad adempiere le funzioni affidategli.

Al termine delle operazioni peritali il CTU, prima che scada il termine per il deposito della sua consulenza, invia una bozza della CTU ai consulenti di parte e/o avvocati che hanno la facoltà di presentare delle osservazioni sulla consulenza ricevuta. Su tali osservazioni, il CTU potrà rispondere nella relazione definitiva che depositerà entro il termine stabilito dal Giudice.

Presso ciascun Tribunale italiano è presente un Albo dei Consulenti Tecnici d’Ufficio del quale possono far parte, a richiesta, professionisti in possesso di determinati requisiti e competenze. Oltre ai requisiti di base sanciti dalle norme di attuazione del Codice di procedura civile e del codice di procedura penale (speciale competenza tecnica in una determinata materia, specchiata condotta politica e morale, iscrizione all’Albo professionale, residenza o domicilio professionale nella circoscrizione del Tribunale), il professionista intenzionato a operare come Consulente o perito presso uno dei Tribunali della Regione Lazio deve possedere i requisiti minimi individuati dal Consiglio dell’Ordine con delibera n. 251 del 2011.

Requisiti minimi relativamente ai professionisti Psicologi per l’inserimento negli Albi dei consulenti tecnici del Giudice presso i Tribunali:

  • anzianità di iscrizione all’Albo degli Psicologi non inferiore a 5 anni;
  • specifico percorso formativo (teorico-pratico) post laurea, della durata non inferiore alle 50 ore, in Psicologia Giuridica e Forense;
  • specifica conoscenza teorica e pratica in Psicodiagnostica (cfr. Linee guida per l’utilizzo dei test psicologici in ambito forense).

Requisiti minimi relativamente ai professionisti Psicologi-Psicoterapeuti per l’inserimento negli Albi dei consulenti tecnici del Giudice presso i Tribunali:

  • anzianità di iscrizione all’Albo degli Psicologi non inferiore a 5 anni;
  • annotazione nell’elenco degli Psicoterapeuti;
  • specifico percorso formativo post laurea, della durata non inferiore alle 50 ore, in Psicologia Giuridica e Forense.

Si precisa che per operare nell’area dei procedimenti penali per abuso e maltrattamento su minori, sono richieste specifiche competenze in psicoterapia e psicopatologia dell’età evolutiva (cfr. Linee guida per la diagnosi clinico-forense, in relazione all’ascolto dei minori in ipotesi di abuso nell’audizione protetta ed in caso di perizia o consulenza).

 Inoltre è ritenuto necessario, così come prescritto dall’art. 5 del Codice Deontologico degli Psicologi Italiani, l’aggiornamento professionale in Psicologia Giuridica e Forense o materie attinenti, consistente nella frequenza dimostrata con certificato/attestato, di almeno un evento all’anno (con indicazione delle ore di impegno per ciascun evento). In alternativa si valuteranno le specifiche competenze acquisite sul campo nello stesso periodo di riferimento.

orientamento

Spesso nella vita professionale di un individuo ci si trova davanti ad alcune scelte che possono potenzialmente compromettere scopi di vita importanti, pertanto orientarsi diventa davvero complesso. Talvolta i vissuti ansiogeni legati all’insoddisfazione lavorativa innescano vere e proprie sindromi, come lo stress lavoro correlato o il burnout.

Lo psicologo che interviene in tale processo si occupa di dar vita ad una serie di colloqui con il soggetto il cui obiettivo principale è analizzarne le caratteristiche personali, metterne in luce le potenzialità e la motivazione al lavoro, individuarne i punti di forza, realizzando dunque un bilancio delle competenze e definendo insieme un progetto di sviluppo professionale.

TRATTAMENTO

Oltre alla valutazione delle problematiche specifiche inerenti il lavoro, viene valutata l’eventuale comorbilità (co-presenza) di altre problematiche psicologiche o disturbi. Successivamente viene definito un percorso, che prevede alcune tecniche specifiche, come ad esempio il bilancio delle competenze, il career counenilng, i test attitudinali o gli esercizi di role-playing::

  • bilancio delle competenze. È lo strumento più utilizzato per  analizzare le caratteristiche personali dell’individuo che possono essere spese nel settore lavorativo – interessi professionali, conoscenze tecniche, capacità trasversali, ecc.- nonché il contesto in cui si trova, quindi quali possibilità lavorative e/o formative offre il territorio di riferimento, quali sono le figure professionali ricercate. In base alle informazioni raccolte, viene messo a punto un progetto professionale. Il progetto comprende un obiettivo professionale (il lavoro che la persona vorrebbe svolgere o il settore in cui vorrebbe lavorare) e un piano d’azione (cosa è necessario fare per raggiungere quell’obiettivo);
  • career counseling, ovvero consulenza individuale sulla carriera, rivolta a chi sta cercando un lavoro oppure ha già un impiego ma vorrebbe cambiare ambito;
  • test cognitivi di personalità e attitudinali, griglie di valutazione, questionari;
  • esercizi di role-playing (simulazione di situazioni lavorative reali).

Cenni bibliografici per ulteriori approfondimenti:

  • A. Di Fabio (a cura di), “Career counseling e bilancio di competenze: prospettive internazionali”, Giunti OS, Firenze 2009
  • A. Di Fabio, “Manuale di psicologia dell’orientamento e career counseling nel 21° secolo”, Giunti O.S., Firenze 2009

psicologia dello sport

Già nota nel 1913, la Psicologia dello Sport dispone di programmi e protocolli di intervento di comprovata efficacia. Tale disciplina permette di comprendere il funzionamento psicologico dell’atleta, la personalità e di impiegare tecniche di training mentale per migliorare la performance agonistica o amatoriale. Molti studi mostrano come l’ansia o altre emozioni intense possono impedire la prestazione sportiva e influenzarne i risultati. A tal proposito, è stato dimostrato che le tecniche utilizzate dalla psicologia dello sport permettono all’atleta di modificare i pensieri disfunzionali e gestire emozioni disadattive.

In particolare, la psicologia dello sport si occupa di:

– motivazione;

– autostima e autoefficacia;

– individuazione e gestione di pensieri e comportamenti problematici;

– comunicazione efficace e positiva con l’atleta e gestione delle dinamiche di gruppo;

– sviluppo di abilità mentali: goal setting (obiettivi di prestazione e di risultato), gestione delle emozioni, visualizzazione dei gesti motori dell’atleta, tecniche di rilassamento, miglioramento dell’attenzione e della concentrazione, gestione del dolore e dell’infortunio;

– doping, uso di sostanze e problematiche alimentari.

Il servizio di psicologia dello sport può organizzare colloqui individuali per atleti, incontri di gruppo per squadre o team, consulenze per allenatori e genitori degli sportivi. Durante gli incontri verranno affrontate differenti tematiche (la motivazione, la psicoeducazione emotiva, il self-talk, la visualizzazione e tecniche di rilassamento, la gestione del dolore…) e al termine verrà rilasciato il materiale (proiettato o cartaceo) utile alla riflessione e applicazione di quanto esposto.

Bibliografia:

-Brugnoli, M.P. (2014) Tecniche di mental training nello sport. Edizioni Red. Milano.
-Engler, C. (2016). The strength model of self-control in sport and exercise psychology. Front Psychol.

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